Da www.Messaggero.it
Tutti come Spiderman grazie a una colla italiana
ROMA (29 agosto) - La tuta di Spiderman potrebbe essere, a breve, prodotta in Italia. Consentirebbe di arrampicarsi su superfici verticali e di camminare aderendo ai soffitti proprio come il mitico eroe dei fumetti e, al cinema, Tobey Maguire. L'ingrediente segreto per realizzarla sarebbe una colla fatta di molecole uncinate di nanotubi di carbonio.
Ne è convinto Nicola Pugno, ingegnere e fisico del Politecnico di Torino, che ha descritto la sua teoria alla rivista inglese Journal of Physics: Condensed Matter. La tecnologia, come ha spiegato lo scienziato, obbedisce alle leggi di Van der Waals, ovvero sfrutta l'attrazione che si genera fra molecole poste molto vicine. Lo stesso principio è alla base dell'abilità del geco di camminare su superfici lisce senza l'uso di secrezioni adesive: le estremità delle sue zampe, infatti, sono ricoperte da milioni di peli che moltiplicano le deboli forze elettromagnetiche d'interazione con la superficie.
Lo studio di Pugno è partito proprio dall'osservazione di questi piccoli animaletti e dei ragni. «Questi animali - ha spiegato l'ingegnere italiano - hanno una sorprendente capacità di aderire alle superfici, straordinaria per tre motivi: l'estrema resistenza adesiva, l'autopulizia delle zampette, il controllo dell'adesione nella fase di distacco». La prima e la seconda di queste caratteristiche, ha aggiunto l'esperto, «sono date dalla struttura dei peli che somigliano a tante micro-torrette poste le une sulle altre». La terza qualità, invece, deriva dalle leggi fisiche ovvero «applicando forze piccole, pezzettino dopo pezzettino, è possibile staccarsi dalle superfici facilmente».
Il ricercatore ha promesso che non ci vorranno molti anni prima di avere la tuta di Spiderman. Ma a cosa servirà? Di certo non a combattere il male, come faceva l'eroe inventato da Stan Lee e Steve Ditko nel '62, tuttavia le sue possibili applicazioni sono molteplici. Ad esempio, si potrebbe utilizzare il tessuto per la realizzazione di guanti e scarpe dei lavavetri dei grattacieli. Non è escluso che la tuta si possa usare anche per esplorare i fondali marini, se costruita con una colla resistente all'acqua. Probabilmente, però, il campo in cui sarebbe più sfruttata è quello dello spazio, dal momento che le ventose non necessitano della pressione atmosferica.
Non esiste Uomo ragno senza il filo di ragnatela al quale si aggrappa. Nicola Pugno ha pensato anche a questo. «Una griglia di nanotubi di carbonio - ha spiegato il ricercatore - sarebbe il materiale con cui comporre un cavo invisibile di un centimetro di diametro, super-resistente, adatto a supportare il peso di un uomo».
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